110% – IL SISTEMA SOTTOSUOLO, LA FONDAZIONE
L’edificio, la sua fondazione ed il suolo di sedime, costituiscono un sistema dinamico unico che deve essere “accordato”, per garantire la stabilità della struttura e la sua funzionalità nel tempo.
Il suolo (e sottosuolo), allo stato vergine, si trova in uno stato di “riposo”, che dipende da numerosi fattori: l’origine dei materiali che lo costituiscono (rocce e sedimenti di natura vulcanica, alluvionale: fluviale, glaciale, marina), la presenza di una falda acquifera, l’evoluzione che ha subito nel corso delle ere geologiche, dovuta a trasformazioni tettoniche, climatiche, ambientali, e ultimi i mutamenti ambientali attuali, che sono conseguenza delle attività umane (urbanizzazione, squilibri dovuti al dissesto idrogeologico come cedimenti, frane, alluvioni).
L’edificio va ad alterare l’equilibrio del terreno, in quanto con le sue caratteristiche di massa e forma produce dei sovraccarichi statici e dinamici che provocano delle reazioni da parte del sottosuolo, che si compatta, espelle acqua, cede.
La fondazione (superficiale o profonda) costituisce l’elemento di interfaccia tra l’edificio ed il sottosuolo, trasmette le sollecitazioni della struttura in modo che il terreno possa reagire nel modo più corretto, senza raggiungere e superare i suoi limiti di rottura, cosa che a sua volta metterebbe a rischio la vita dell’edificio e, in qualche caso, dei suoi occupanti.
In questo scenario, ancor prima della progettazione di un’opera, è fondamentale conoscere le caratteristiche geotecniche del terreno, composizione, struttura, compattezza, comportamento alle sollecitazioni, in modo da avere i dati di base, non modificabili per adattarli alle nostre esigenze, che saranno incrociati con quelli della struttura, per progettare la fondazione più idonea a garantire la stabilità del sistema.
La conoscenza delle caratteristiche geotecniche del terreno si ottiene mediante un’indagine geognostica, eseguita mediante sondaggi meccanici o geofisici e prove geotecniche, eseguite direttamente in campagna o in laboratorio, per ricavare i dati numerici che rappresentano le varie caratteristiche del sottosuolo; tutto ciò naturalmente deve essere progettato, eseguito e interpretato da professionisti, così da avere garanzia di validità delle informazioni cercate e ottenute.
Il passo successivo sarà ideare e progettare la struttura e la sua fondazione più idonea.
Quanto è stato descritto, molto a grandi linee, è il percorso necessario nel caso si voglia realizzare un nuovo progetto.
Ma anche nel caso in cui si voglia eseguire la ristrutturazione parziale o totale di un edificio esistente, magari molto vecchio, è indispensabile avere una conoscenza sufficiente delle caratteristiche del suolo su cui insiste, e dell’edificio stesso.
Al di là degli obblighi di legge (Norme Tecniche sulle Costruzioni) dovrebbe sempre essere buona norma acquisire tutte le informazioni possibili sull’edificio e sulla sua storia: progetti originali, mappe, planimetrie, relazioni di indagini geologiche, notizie su interventi svolti nel corso degli anni.
Questo è un punto di partenza molto importante, tuttavia non è sufficiente. Pur ammettendo, in teoria, di avere a disposizione la documentazione originale completa (molto spesso non è possibile, nemmeno parzialmente…), il sistema Suolo-Fondazione_Edificio non mantiene le sue caratteristiche nel tempo.
Fattori disturbativi esterni e lo stesso trascorrere del tempo inducono dei mutamenti nelle caratteristiche dei materiali, i ferri delle armature si ossidano e si corrodono in alcuni casi anche in maniera severa, il cemento perde integrità, il suolo viene disturbato da scavi (sottoservizi, fogne, linee telefoniche, condotte idriche e di gas), perdite d’acqua; magari sopraggiunge qualche evento sismico. Tutto ciò causa un decadimento delle capacità fisiche e meccaniche dell’intero sistema.
Perciò oltre a raccogliere informazioni sullo stato originale dell’edificio è fondamentale eseguire un check up mirato della struttura per valutare il suo “stato di salute”; questo consente di integrare i dati originali ove carenti, e quantificare la percentuale di degrado confrontando le nuove informazioni con quelle del progetto iniziale, per ottimizzare le attività di riqualificazione, concentrando le risorse sugli aspetti di principale rilevanza ed evitando di disperderle su interventi magari secondari.
Tutto ciò è possibile, mediante tecniche di indagine totalmente o poco invasive, e poco onerose, sia in rapporto all’impegno economico necessario per la riqualificazione, sia alla qualità delle informazioni che si possono ottenere.
Naturalmente è importante che anche la fase di indagine sia svolta da tecnici qualificati e competenti, che insieme ai professionisti che utilizzano i dati a disposizione, rappresentano le figure di analisti e medici del paziente edificio.